Vacanza è sinonimo di libertà. E soprattutto di liberazione. Dal lavoro. Dagli impegni. Dalla routine. Dalle abitudini casalinghe. Dai controlli sociali del proprio microcosmo: il quartiere, l’ufficio, la cerchia degli amici. Dalle relazioni obbligate con parenti e colleghi. Le situazioni cambiano — ovvio — se si è single, fidanzati o sposaci. Se si è maschi o femmine. Se si è ragazzi o persone mature. Se si è felici e appagati o tristi e inquieti, Fa la differenza anche il luogo di villeggiatura. Il mare seleziona personalità più aperte e disinvolte. la montagna personalità più meditative. Ma sempre la vacanza è galeotta. Il fatto stesso di cambiare luogo suggerisce la possibilità di cambiare tutto il resto. inclusa la vita affettiva e sessuale. E poi ci sono i luoghi deputati della seduzione: la spiaggia, la discoteca, la piscina, la sauna, il villaggio turistico, il chiaro di luna. Sconfinate sono la letteratura, la discografia e la filmografia che si ispirano agli amori estivi. Se l’innamoramento è almeno in parte una reazione ormonale e quindi chimica, le vacanze ne sono la prova provata. Ci si innamora, ci si impegna per arrivare alla conquista. Si tocca la cima della felicità e si precipita nell’abisso della gelosia, si sogna l’eternità e poi tutto svapora nell’indifferenza o termina nel dolore del distacco. Seguirà un periodo di lutto più o meno prolungato, poi la routine del lavoro e delle vecchie relazioni riprende il sopravvento.
Amori estivi: cosa succede dopo?
Con la distanza, anche la persona che ci ha fitto innamorare si rimpicciolisce. Succede tutto in modo accelerato, come ì brevi e accelerate sono le vacanze. Davvero sono cosi gli amori estivi? Vanity Fair ha pubblicato i risultati di una indagine sulle relazioni nate in vacanza. D’accordo, non sarà l’Università di Harvard, però il campione esaminato è attendibile: 1500 persone tra i 18 e i 55 anni (ma ti si innamora anche prima… e dopo). Il sondaggio dice che 6 italiani su 10 tendono a innamorarsi in vacanza e che il 74 per cento delle storie nate al mare o ai monti non superano i due mesi di vita, benché oggi posta elettronica, skype, twitter, telefoni cellulari, social network come facebook e mezzi di trasporto rendano ho più facile di un tempo tenere in piedi un rapporto affettivo a distanza. Che le storie siano brevi e superficiali, tuttavia, non significa che non comportino un investimento emotivo importante, e quindi una sofferenza anche pesante quando la storia finisce. Il sondaggio ha accertato che su 100 persone che hanno vissuto un amore estivo: 87 al rientro dalla vacanza cadono in un periodo di depressione, 74 devono affrontare ansia e altre sensazioni di disagio, 59 passano per sbalzi di umore apparentemente immotivati. Tredici su 100, poi, devono affrontare, veri e propri disturbi alimentari che oscillano tra l’anoressia e la bulimia.