Esistono regole sociali e di comportamento non scritte, che cambiano nel corso dei tempi. Ad esempio, fino a un secolo fa la visita ai parenti spesso occupava alcuni giorni. Si stava dagli zii per tanto tempo. Un’altra regola sociale era la visita a sorpresa senza chiedere il permesso di passare. Oggi pare assurdo eppure era la regola allora. Nel nostro tempo se non avvisi via telefonino, la visita è sgradita. Strano perché viviamo in un’epoca nella quale la privacy è diventata una sorta di barzelletta. Siamo disposti a raccontare tutto a sconosciuti, a mostrarci, eppure troviamo che sgradevole che persone che conosciamo passino a trovarci.
Quali sono dunque le regole sociali non scritte cui dobbiamo obbedire per non fare la figura degli inetti e dei disadattati.
- Non andare a trovare qualcuno senza aver prima preavvisato – come detto è una regola non scritta molto moderna, che si è cementata con le comunicazioni via telefonino che permettevano in sostanza di avvisare mentre si era in strada. Ora è consuetudine avvisare prima, in pratica chiedere il permesso di poter passare.
- Restituire ciò che abbiamo ricevuto in prestito – questa regola è diventata tanto più forte in quanto i beni di scambio materiali sono diminuiti. Ad esempio, ci si scambiava spesso i CD o le musicassette e dovevano essere restituite per tempo. Ma valeva anche per le VHS da Blockbuster. Oggi si possono scambiare utensili, attrezzi, ma ancora libri e DVD volendo. Restituire non a tempo mette in uno stato di soggezione chi deve restituire: se si passa un tempo accettabile dal punto di vista sociale si ha vergogna di restituirlo per la brutta figura. Me meglio tardi che mai anche in questo caso. Anche colui che ha prestato qualcosa, in ragione del rapporto di fiducia, quasi mai sottolinea l’urgenza della restituzione anche quando ha bisogno del bene dato in prestito.
- Saperci fare nelle conversazioni non intromettendosi – in un gruppo di conversazione può accadere che due persone parlino tra loro. Ma capita spesso di intromettersi tra due persone che parlano da sole. Se sono sole e stanno parlando evidentemente lo hanno fatto proprio per un motivo: non volevano essere disturbate.
- Chiamare e stressare le persone quando non rispondono – a meno che non ci sia un’emergenza non occorre insistere. Né farlo bombardando di messaggi su WhatsApp o Messenger. Evidentemente se una persona non risponde o non vuole essere disturbata in quel momento o non può rispondere.
- Non interrompere le persone mentre parlano – se state dialogando è bene lasciar finire la frase, soprattuto se una persona sta spiegando le sue ragioni. Non farlo nemmeno per un sollievo comico, giusto per far sorridere. Può andare bene se siete noti come esuberanti, ma il passo da esuberanti a rompiscatole è più breve di quanto si pensi.
- A cena fuori o a un ricevimento essere cortesi con i camerieri – lavorano e devono essere per forza servili, trattarli male significa solo mancare di rispetto e mostrare pessima educazione.
- Usare il viva voce in strada o davanti a presenti – sic et simpliciter: non gliene frega nulla a nessuno. Sulla stessa scia: non parlare al telefono ad alta voce, soprattutto con gli auricolari alle orecchie. Se non si può parlare ad alta voce non farlo.
- Non parlare quando si mastica – regola sociale da ripetere sempre. Non si capisce cosa si dice quando si ha un boccone in bocca. Non è bello da vedere e dopo un po’ è irritante.
- Non parlare del proprio stipendio, dei propri guadagni, e di quanti soldi si fanno – la società moderna sembra aver perso il tradizionale riserbo a favore dell’esibizionismo. Ma io ricordo che quando ero bambino lo stipendio di mio padre era assolutamente tabù.
- Alla metro, sul treno e sul bus: far uscire prima chi sta uscendo. È un comportamento sociale talmente semplice da imparare, che ancora si fa fatica ad attuare.