Le lingue indoeuropee

Ancora dubbiosi se imparare nuove lingue o no? Ma dai! Oltre al fatto che potete decidere se impararle da soli oppure frequentando scuole adibite (come può essere www.ilcchieri.com), dovete sapere che se scegliete una qualsiasi lingua europea o mediorientale, sicuramente ritroverete alcune parole simili all’italiano. E non perché tutte queste lingue derivino dal latino, ma perché anche il latino a sua volta derivava insieme al greco e ad altre lingue classiche da una lingua ancora più antica: l’indoeuropeo!

L’italiano che viene dal Latino che viene dal…?

L’italiano è una diretta evoluzione – insieme a portoghese, spagnolo, francese e rumeno – del latino, che a sua volta derivava da una lingua ancora più antica, di cui ad oggi non ci sono documenti scritti.

Parliamo della lingua indoeuropea, un idioma parlato non da un popolo specifico, ma dai giapeti (nome di tradizione biblica, che deriva da Jafet, figlio di Noè), un insieme di popoli per lo più nomadi.

Quindi, oggi, tutte le lingue che si parlano in Europa, in Persia (Iran) e in India sono l’evoluzione dell’antico Indoeuropeo. Fanno eccezione, in Europa, l’estone, il finlandese e l’ungherese – parte del gruppo ugro-finnico) e il basco, che si parla in Spagna e che è un idioma dalle origini decisamente incerte.

Tornando agli indoeuropei, erano popolazioni che si spostarono dall’Europa meridionale alla zona settentrionale del Mar Nero, la regione compresa tra i fiumi Danubio e Volga, in migrazioni partite alla fine del III millennio a.C.

Parte di queste tribù andò nell’Europa dell’Ovest, parte in Persia e un’altra parte ancora, gli Arii, in India. Le tribù europee si divisero a loro volta in:

  • Germani, nel Nord Europa (anche Scandinavia) e nelle Isole Britanniche, circa 1300 a.C..
  • Ittiti e Greci in Anatolia e Grecia, intorno al 2000 a.C.
  • Celti, alcuni in Italia settentrionale e Alpi, altri nelle coste atlantiche e altri ancora nell’Europa del Nord (Irlanda, Inghilterra, Francia Settentrionale).

Fanno parte degli indoeuropei anche i popoli del mare che invasero il Vicino Oriente e i Dori che invasero la Grecia tra 1350 e 1200 a.C.

Che lingue parlavano gli indoeuropei?

Nel XIX secolo gli esperti hanno dedotto l’evoluzione di questo fenomeno migratorio mastodontico grazie alle somiglianze linguistiche tra Indiani, Persiani, Slavi, Greci, Latini, Germanici, Iberici, Scandinavi e Celti.

Somiglianze che si denotano a livello fonetico (con suoni simili per consonanti, dittonghi, vocali); a livello morfosintattico, perché ci sono sempre flessione e/o declinazione di verbi, pronomi, sostantivi e l’aggiunta di prefissi, suffissi e desinenze.

Somiglianze, poi a livello lessicale (specie in ambito religioso, alimentare, oggettistico, familiare).

La flessibilità di queste lingue, che forse si deve proprio alle migrazioni di queste popolazioni, insieme ad una struttura molto semplificata con l’alfabeto fonico (ringraziamo i Fenici!), ha fatto sì che si diffondessero in tutto il mondo.

Ecco, nella storia, quali sono state le principali lingue indoeuropee divise per gruppi linguistici:

  • Iranico (Antico Persiano, Scitico, Avestico, Medo. Oggi si ritrova in Neo Persiano, Curdo e Afghano).
  • Tracio e Frigio, di cui sappiamo poco o nulla.
  • Indiano (Vedico e Sanscrito in antichità; oggi Bengalese, Panjabi, Singalese, Hindi).
  • Slavo (che ha originato le odierne lingue slave: bielorusso, russo, bulgaro, ceco, polacco, slovacco, sloveno, ucraino, macedone e serbo-croato).
  • Tocarico (che si parla nella parte orientale del Turkestan).
  • Germanico (suddiviso nel Germanico Orientale o Gotico; nel Germanico Settentrionale – oggi Islandese, Danese, Norvegese e Svedese; e nel Germanico Occidentale – oggi Inglese, Olandese, Fiammingo, Tedesco e Frisone).
  • Greco (Greco Antico, e oggi Neo Greco).
  • Osco-Umbro, Celtico e Latino da cui derivano Italiano, e le altre lingue neolatine.

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