Avete presente la famosa canzoncina per bambini relativa all’Arca di Noè? A un certo punto, dopo i coccodrilli e gli elefanti, compaiono anche “i due liocorni”. Eppure, forse non tutti sanno che il liocorno è un animale che non esiste. Fantastico, simbolico, rappresentato e descritto in vari modi, che spesso entrano in contraddizione tra loro. Di sicuro nessuno lo ha mai avvistato, potrebbe essere un cugino selvatico dell’unicorno. Ma andiamo per ordine.
Alcuni esperti hanno pensato bene di ravvisare il liocorno in delle pitture rupestri, le più famose di sempre, quelle della grotta di Lascaux risalente a 14.000 anni fa, vagamente somigliate un bue dal manto macchiato, ma ben diverso dalle immagini di cervi e tori, che si vedono nelle stesse pitture. Nell’antico Testamento, secondo la versione greca dei Settanta, su sette riferimenti al liocorno, cinque alludono a un animale unicorno, in maniera più o meno esplicita, ma due evocano al figura di un essere che ha indubbiamente due corna.
Il liocorno insomma ha una lunga storia: è un animale biblico e pertanto viene ripreso ovunque, in diverse cultura. La parola ebraica liocorno potrebbe infatti derivare dal vocabolo babilonese “rimu” con il quale si designa principalmente un bue, mentre ha assonanze con una parola araba che indica una sorta di antilope, fornita di due corna molto appuntite.
Una difformità di testimonianze che non può stupire perché nel bacino del Mediterraneo l’animale era considerato una realtà zoologica e tuttavia appartenente a un regno che non era quello della Natura, e quindi di natura sfuggente, dall’aspetto mutevole. Menzionato anche nei testi sacri dell’India più antica esso fu conosciuto anche in estremo oriente: in Cina il Libro dei Rituali lo vuole multiforme, con il corpo di un capriolo, gli zoccoli di cavallo e un unico corno di carne. Ha più colori sul dorso e parli gialli e bruni sul ventre. Appare unicamente per annunciare la nascita di sovrani perfetti e di uomo giusti e sapienti. È quindi un messaggero che apparitene alla sfera poetica, regale, più che quella soprannaturale. Per Plinio il Vecchio esso ha addirittura la testa di cervo, le zampe di un elegante e la coda di cinghiale. In età medievale prevale l’immagine composta in modo meno fantasioso: si assomiglia a un cavallo, dotato di un corno d’avorio, barba da capra, zampe pelose e zoccoli simuli a un bue. Il liocorno è l’antico emblema della Scozia e viene spesso rappresentato nell’arte, come nel caso del ciclo poetico dei Trionfi del Petrarca.